Nato a Bologna, Fabio Vacchi si diploma in composizione con Giacomo Manzoni e in direzione di coro con Tito Gotti. Si trasferisce a Venezia nel 1974. Lì frequenta Michelangelo Antonioni, che lo metterà in contatto con Tonino Guerra, suo primo librettista, e Luigi Nono, che lo sostiene e lo incoraggia. Nello stesso anno conosce a Napoli Hans Werner Henze, che gli offre il suo appoggio. Questi due padri spirituali tanto diversi lasceranno una traccia nel suo stile, volto a una sintesi tra ricerca e innovazione da un lato, tradizione ed espressività dall’altro. Lo spostamento a Milano, nel 1993, segna una svolta che corrisponde all’inizio del successo internazionale e all’amicizia sia con Luciano Berio, nella cui libertà umana e stilistica s’identifica sia con Claudio Abbado, con cui condivide pensieri musicali, progetti, idee.

I suoi lavori sono stati commissionati o diretti, tra gli altri, da Claudio Abbado, Roberto Abbado, David Atherton, John Axelrod, Luciano Berio, Riccardo Chailly, Myung Wun Chung, Ivan Fischer, Beat Furrer, Claire Gibault, Daniel Harding, Paavo Järvi, Neville Marriner, Zubin Metha, Riccardo Muti, Gianandrea Noseda, Antonio Pappano, Donato Renzetti, Giuseppe Sinopoli.

Ha collaborato con registi, attori, scrittori e artisti come: Daniele Abbado, Gae Aulenti, Ferdinando Bruni, Patrice Chereau, Gianrico Carofiglio, Lella Costa, Tonino Guerra, Yashar Kemal, Sandro Lombardi, Dacia Maraini, Franco Marcoaldi, Aldo Nove, Ermanno Olmi, Moni Ovadia, Amos Oz, Giulio Paolini, Renzo Piano, Arnaldo Pomodoro, Giuseppe Pontiggia, Roberto Roversi, Toni Servillo, Federico Tiezzi, Michele Serra…

Fabio Vacchi:

“Così le avanguardie divennero dogma”

Esistono tradimenti nella creazione artistica? Nel territorio della musica, per esempio, quanto e come si è tradito? Sono domande che partecipano al nostro viaggio a tappe nel tradimento: nozione velenosa, accidentata e storicamente mobile. «Un tradimento c’è stato, ed è quello della musica stessa», sostiene il compositore Fabio Vacchi. «Si è tradita la bellezza in nome di rigide astrazioni ideologiche».

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Interviste

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  • Luigi Nono propone a Vinko Globokar di inserire il brano Continuo di Fabio Vacchi, in un concerto da lui concepito (lettera di Luigi Nono a Mimma Guastoni del 29 dicembre 1981 (Ricordi Oggi, 1990).

    Luigi Nono
  • Vacchi, uno dei maggiori compositori del nostro tempo (…) Diario dello sdegno (…) un pezzo di grande fattura, uno dei più interessanti eseguiti negli ultimi anni… (Corriere della Sera, 17 ottobre 2013)

    Riccardo Muti
  • Le musiche per Gabrielle sono “magnifiche”. (Ch. T. Downey, Ionarts in Whasington, 8 settembre 2005) La bellissima musica di Fabio Vacchi ha un ruolo importante. Grande! ! … . E’ una musica molto bella, strumentalmente ricca , carica di tensione…E’ un grande compositore (Intervista di Pierre Lucas a Patrice Chéreau, Lille, www.lequotideinducinema.com – 2003/2006 – Hebergeur, OVH, settembre 2005).

    Patrice Chereau
  • La musica, complessa e virtuosistica come è nello stile di Vacchi riserva numerose sorprese: al centro della composizione (…) Prospero (…) c’è una danza, un ritmo composto swing/jazz che per tre volte fa un lento crescendo e punta all’apice: è un momento trascinante… (Epolis, 21 marzo 2009).

    Riccardo Chailly
  • Vacchi, con la sua scrittura come sempre complessa e non passatista ma che sa arrivare all’ascoltatore …(C. Abbado, La musica scorre a Berlino, Milano, Bompiani, 2015).

    Claudio Abbado
  • Ho trovato in Vacchi il mio alter ego musicale (conversazione alla Comédie Française di Parigi in occasione dell’esecuzione di Soudain dans la fôret profonde, il 9 febbraio 2013).

    Amos Oz
  • Sono felice che Luciano Berio abbia pensato a Vacchi per la prima nota che risuonerà nella sala grande del mio nuovo Auditorium di Roma (Conferenza stampa del 21 dicembre del 2002 all’Auditorium di Roma).

    Renzo Piano
Idee e riflessioni

E’ naturale, credo, che un compositore chiamato a riflettere sulla situazione della musica contemporanea cerchi di mediare tra la propria esperienza personale, che ha il valore di tutto ciò che realmente si conosce, e il pensiero generale – quell’insieme di idee, studi, canali organizzativi, intenti politici e culturali – con il quale ha dovuto o potuto confrontarsi.